Parole nostre in libertà…
Respondent omnia silvae.
Alla fine di un viale - ovviamente - di cipressi, un vecchio, imponente, cancello di ferro battuto sbarra la strada o, a ben vedere, apre la via ad un parco di lecci secolari. Tra i lecci si scorge la sagoma di una cappella che un antico, nobile, signore volle intonacata a strisce orizzontali bianche e nere, ad imitare almeno nei colori la cattedrale di Siena. Più indietro si erge, massiccia, la villa padronale dal tetto fitto di camini dalle forme improbabili. Una volta il canto sgraziato e le macchie colorate delle code occhiute di una famiglia di pavoni animavano questo quadro altrimenti fermo e quasi fuori dal tempo.
Ma nella fretta di accettare il fresco invito del parco abbiamo attraversato troppo velocemente quel cancello stranamente aperto e non ci siamo accorti della scritta che lo sormonta e che lancia in aria e nel tempo quella frase dell’antico poeta Virgilio: Respondent omnia silvae.
Non mancheranno gli eruditi pronti a ricordarne la provenienza ed il significato, ma agli occhi del bambino che fui quella era una formula magica capace, magari se pronunciata con voce cavernosa in una notte senza luna, di far rispondere gli spiriti del bosco, di creare un collegamento tra quel parco (piccolo bosco domestico) con i ben più vasti e fitti boschi che, poco oltre la casa, si staccano netti dai prati coltivati per salire sulle colline. Colline che, più o meno ininterrottamente, arriveranno di pianta in pianta fino alla lontana Maremma.
Da quanti anni non torno alla Selva! L’ultima volta ci sono stato - proprio in quella cappella - per accompagnare con l’organo le nozze della bambina cresciuta, talvolta con me, all’ombra di quei lecci… ed anche questo è ormai un ricordo sbiadito.
Ma non sbiadisce il richiamo della scritta. Ogni volta che la mia strada costeggia un bosco l’immagine di quel cancello prima nero, poi infelicemente verde, mi riappare ed il suono della frase letta dal mio zio che non c’è più torna a farmi pensare che, come amava interpretarla lui, tutto nasce dal bosco e ritorna al bosco.
Quando posso entro nel bosco e intorno a Bellavista ce ne sono davvero tanti. Con un po’ di pazienza (e qualche puntura di rovo…) trovo sempre il passaggio tra l’ordine artificiale del campo ed il caos della natura che torna padrona. Il primo passo assomiglia a quello per entrare in chiesa: c’è un senso di divino in entrambi questi posti e me lo sento vibrare dentro. Poi cominciano le scoperte: tronchi che sono opere d’arte, torrenti che saltellano tra i sassi, i fiori più vari e, dietro ad una macchia più fitta, la sorpresa del panorama sulla Certosa. Posso andare avanti per ore tra aneddoti e funghi, ma in fondo questo percorso è solo mio e non voglio condividerlo.
Ma questi non sono i boschi sterminati della Maremma, prima o poi il sentiero torna strada sterrata e da qui alla civiltà è solo questione di minuti. Mentre esco “a riveder le stelle” gratto via gli ultimi, pungenti, ricordi del ginepro e quasi non mi accorgo che la magia della rinascita si è ripetuta puntuale.
Caro amico che mi hai seguito fin qui, possa esserci sempre un bosco non troppo lontano da te dove poter tornare ogni tanto a respirare aria buona e buoni pensieri!
Massimo…
Un bagno caldo…
Siamo all'inizio della primavera: oggi c'è un bel sole, ma fa ancora freddino. Decidiamo per un tuffo caldo e partiamo non dimenticando costumi e accappatoi.
Prendiamo la Via Cassia, oltrepassiamo la periferia sud di Siena, Monteroni d'Arbia e Buonconvento e puntiamo verso la Val D'Orcia. Ci accompagna un bellissimo panorama: il profilo del Monte Amiata, il cono vulcanico di Radicofani e le verdi colline interrotte da poderi isolati sulla sommità dei poggi e riportati oggi a nuovo splendore. Con il pensiero vado indietro nel tempo, quando queste erano le abitazioni dei contadini che fra mille disagi e tanta fierezza vi crescevano le loro famiglie. Poi, vinti dalle necessità e dall'avarizia della terra, che non sempre li ripagava delle loro fatiche, hanno dovuto abbandonare il lavoro nei campi per cercarne uno più remunerativo e sicuro. In queste campagne molti di loro hanno lasciato il cuore e senz'altro un patrimonio di ideali e sentimenti semplici e genuini.
Arriviamo a San Quirico d'Orcia e decidiamo di fermarci per un caffè. All'ingresso del paese ci accoglie la bellissima chiesa intitolata a S.Quirico e S. Giulitta con il suo grandioso portale romanico e tutta la Collegiata.
Riprendiamo la Cassia e ci dirigiamo verso Bagno Vignoni, la nostra meta. É una piccola stazione termale che si è formata nel Medioevo per via delle acque solforose che la circondano e che erano già famose all'epoca romana. Questo minuscolo borgo, davvero di gran fascino, è costruito tutt'attorno ad una grande ed antichissima vasca che era l'originale struttura delle terme. Su un lato si apre il Loggiato di S.Caterina e da qui si ha la visione perfetta delle case medioevali che ornano tutto il perimetro della vasca. L'acqua ha la temperatura di circa 50 gradi e talvolta di mattina presto o di notte, possiamo vedere la nebbia candida che sale nell'aria e che, magicamente, avvolge noi e il borgo di un fascino straordinario. Non è solo suggestione pensare che in queste acque si bagnava Lorenzo il Magnifico.
Seguendo un percorso di piccolissimi canali che convogliano le acque sulfuree fuori dal paese, si apre all'orizzonte il panorama emozionante e sorprendente della cascata e della Val d'Orcia.
Arriviamo al nuovo stabilimento termale e in pochi minuti siamo nella grande piscina all'aperto. Ogni volta la sensazione che si prova è insolita e gradevolissima: il corpo è piacevolmente avviluppato dall'acqua calda e la testa protesa verso il sole con gli occhi e la mente gratificati da tanta bellezza. Sguazziamo nell'acqua per quasi due ore: il tempo scorre lento nel completo rilassamento fin quasi a perdere la percezione esatta della realtà.
Lasciamo le terme piacevolmente spossati e con un certo appetito. Nel borgo sono state restaurate alcune antiche botteghe, oggi simpatiche locande dove si possono degustare ottimi salumi toscani ed i famosi formaggi pecorini di Pienza, accompagnati da un buon bicchiere di vino. Anche noi ne approfittiamo.
Dopo aver mangiato facciamo “due passi” e visitiamo un negozietto di antiquariato ricavato in un antico appartamento con tanto di caminetto e acquaio in pietra serena. Ci piace una vecchia sedia un po' particolare e, dopo una breve trattativa, ce la portiamo a casa.
Simona…
Vogliamo qui raccogliere e condividere racconti nostri e di nostri amici che in qualche modo ruotano intorno a questo agriturismo in Toscana, uno tra i mille che sono nel Chianti, ma per noi unico…
Un po’ di trekking: da Bellavista a Pievasciata
Bellavista è un podere nel chianti senese che si erge su un poggio circondato da campi verdi che si susseguono, come a rincorrersi, fno all'inizio del bosco. Un piccolo torrente in fondo al borro, separa la discesa ardita dei campi dalla risalita attraverso il bosco in direzione del piccolo borgo di Catignano e poi di Pievasciata.
Appena allontanata da casa e prima di cominciare la discesa, mi fermo a guardare il grande vecchio leccio che monta la guardia al cancello e le doppie arcate della casa che, ad un tempo, mi rallegrano e mi rassicurano: là ci sono gli affetti, la vita.
Scendendo verso il torrente non vedo più case, ma solo colline e bosco: un'esplosione lussurreggiante di verde interrotto qua e là dal rosso delle bacche di rosa canina e dal bianco dei fiori dei biancospini.
La mente è sgombra da ogni pensiero, mentre tutta l'attenzione è per il percorso a volte intralciato da un sasso o da un ramo secco stroncato dal rigore dell'inverno. A volte succede che un arbusto spinoso si impigli addosso e freni il cammino, come a ricordare che puoi provare sorpresa e timore.
Entro a fatica in un boschetto di ginepri, tanto gai e profumati quanto pungenti; mi faccio largo a stento quando davanti a me si apre un piccolo piano sabbioso. Adesso sembra che gli uccelli cantino più forte per sovrastare il rumore dell'acqua che, da musicale, diventa prepotente. Poi eccola: limpida e freschissima scorrere rapida in quel piccolo letto, lavando eternamente i sassi levigati che non ne hanno alcun bisogno.
Intorno il verde delle piccole felci si mischia al giallo delle primule selvatiche che colorano, magicamente, questo giardino segreto e solitario.
Oltrepasso il torrente e risalgo verso Catignano da un viottolo nel bosco: profumo di muschio, di terra ancora bagnata, di coccole dei cipressi e di ciclamini che spuntano allegri ad interrompere l'austerità del verde degli alberi.
Sono fuori dal bosco e oltrepasso il piccolo borgo di Catignano con l'antica villa nobiliare e i poderi attorno, fedeli testimoni del tempo passato.
Ora il cammino si fa semplice e spedito e arrivo presto a Pievasciata, piccolo borgo medioevale, oggi popolato da soli 50 abitanti. Dovevano essere molti di più quando fu eretta la pieve con la massiccia torre campanaria in pietra alberese che ne rappresenta anche la facciata e che faceva parte delle fortificazioni medievali. Poi, intorno al 1230, i violenti scontri tra noi senesi ed i fiorentini ne saccheggiarono l'integrità ed oggi all'interno della Cappella di San Giovanni Battista rimangono solo tre altari barocchi.
Immagino la vita che qui si svolgeva un tempo e curioso tra un'antica lapide e un muretto cadente, la bottega del barbiere e quella del fabbro. Vorrei restare ancora, ma, il tempo di bere dell'ottima acqua fresca da una fontanella a lato della pieve, e devo iniziare il percorso di ritorno a Bellavista, prima che il crepuscolo mi sorprenda.
Simona…
Un mercoledì da… Belgi!
Anita e Chris sono una coppia belga che venne in vacanza all'Agriturismo Bellavista nove anni fa per la prima volta. Hanno due figli: Margot e Ferre. Allora erano due ragazzi; oggi Margot è mamma da pochi mesi e Ferre ha appena terminato l'Erasmus a Menphis.
Tornano di frequente in vacanza da noi: non tutti gli anni, ma spesso.
Ormai tra noi è nata una certa amicizia: rispettosa, mai invadente, ma sempre affettuosamente pronta a farli sentire a casa propria.
Trascorrono grandissima parte della loro vacanza a casa: colazione oziosa al mattino, poi un bagno di sole in costume, relax sui lettini, piacevoli letture e un po' di cooking da parte di Chris che si definisce, ridendo, “ a new man “.
Spesso, al mattino presto, lascio alla loro porta un paniere con i prodotti dell'orto e buona frutta: apprezzano molto e si sentono (loro parole) “ più tuscany “.
Ogni volta, il mercoledì, si ricordano di andare a Siena al mercato! Partono presto, tornano dopo mezzogiorno con un sacco di pacchi e felici come bambini. Penso che questo piacevole rituale li faccia sentire molto italiani, anzi Toscani e che dia loro la felicità semplice (di una volta?), di mischiarsi a gente che, pur non essendo il tuo popolo, dà calore e fratellanza con gli sguardi e la gestualità.
A proposito del mercato di Siena vorrei spendere due parole. Si fa ogni mercoledì alla fortezza medicea, è molto grande e vario e vi si può trovare di tutto: ortaggi e frutta, prosciutto, aringhe e baccalà, pesce fresco, mozzarella e pecorino di Pienza. Tovaglie e lenzuola di ottima qualità, scarpe all'ultima moda e abiti di tutti i generi e “per tutte le tasche“. Se decidi di spendere solo 10 euro, puoi comprare della frutta e una maglietta carina, se ne spendi 20 puoi aggiungere un abitino e con 50 porti a casa un sacco di pacchi. Insomma è un vero divertimento! Solo una raccomandazione: attenti al portafoglio! (sia per non spendere troppo, sia per non farselo rubare). Parcheggio consigliato: San Francesco a Porta Ovile: da qui, con la scala mobile, in 10 minuti sei al mercato.
Ah, dimenticavo: Bellavista dista solo 10 minuti dal centro storico di Siena, per cui in venti minuti puoi essere in mezzo al piacevole brusio del mercato e sempre in 20 minuti puoi ricalarti nel meraviglioso silenzio del Chianti.
Simona…
… i feel at home...
Christine ed Erik sono una serena e simpaticissima coppia di Brugges in Belgio.
Anche loro arrivarono un settembre di moltissimi anni fa e da allora non sono mai mancati.
Amano molto l'Italia e l'hanno visitata in gran parte, ma, fra tutte le regioni, preferiscono la Toscana. Durante le settimane che trascorrono a Bellavista fanno vita da senesi: al mattino vanno in Piazza del Campo a prendersi un caffè, poi “giraccolano” per Siena. Nel pomeriggio si godono il sole e la lettura. Spesso vanno a visitare qualcosa di nuovo e quasi sempre fanno una puntata agli out-let vicini.
Fra noi è nata una bella amicizia e nel tempo siamo stati testimoni dei reciproci avvenimenti di vita.
Quando arrivarono la prima volta Erik e Christine avevano due figlie ragazzine: oggi hanno anche Chiara, una splendida nipotina di due anni nata da Stephanie. A me hanno donato, graditissimo, un grande album fotografico dove ci sono le foto di Chiara da quando era nel pancione della mamma ad oggi.
Erik parla bene l'italiano e quindi, durante le cene insieme, possiamo conversare di tutto: dalle auto d'epoca alle notizie di attualità.
Christine invece sta ancora imparando la lingua e per adesso più che parlarla, la capisce. Ma, a proposito delle loro vacanze a Bellavista, proprio lei mi ha detto una frase che mi ha toccato il cuore: “i feel at home”.
Grazie Christine per la serenità e la dolcezza che sono in questa piccola frase. Davvero un grande regalo.
Simona…
Az. Agr. Bellavista di Simona Martelli - Str. com.le di Scopeto, 5 - Castelnuovo B.ga - SIENA Tel. +390577356622 P.I. 00389690520